GIORGIO ROSSI/
L'ARTE POETICA DEL MOVIMENTO
dall'8 al 10 maggio, c/o Wintergarten
VIA MICHON 31/33, Livorno
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CON LA LEGGEREZZA DELL’ESSERE E L’AUTO IRONIA
GIOCARE CON IL MOVIMENTO E LO SPAZIO
"Ogni movimento ha un centro di gravità, basta governare quel centro, nell’interno della figura, le membra che non sono altro che pendoli, seguono senz’altro soccorso, in una maniera affatto meccanica da sé"
Bernd Heinrich Wilhelm von Kleist
Si intende accostare lo studio dell’ironia a quello del movimento per dare la possibilità di ampliare gli orizzonti , cercando un contesto più completo dove la danza il gesto la parola e il gioco possano rimanere liberi e uniti armonicamente alle emozioni, ai sentimenti e alle esperienze di ciascuno. Sia reali che immaginate.
Espressione corporea, movimento creativo riscoperta del movimento e della sua energia anche più primordiale, in relazione non tanto e solo allo sviluppo di competenza fisiche ma:
-Come possibilità di un ampliamento delle proprie esperienze fisiche non solo come semplici attività motorie ma anche di ascolto, di riscoperta e di serena accettazione di un corpo dimenticato; tuttavia reale….
-Come esperienza poetica in cui proprio il corpo riscoperto possa fungere da espressione delle proprie emozioni ed energie interiori aiutando la crescita di un “linguaggio delle emozioni” anche malgrado se’ e nuova modalità di comunicazione con gli altri; FORSE!
-Come esperienza che permette di accrescere la narrazione DEL CORPO al fine di tentare di avvicinarsi alla conoscenza del se’ e relazionarsi con l’altro, gli altri.
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Sentire e guidare sono due principi fondamentali del mio lavoro.
Sentire: sentire il peso da cui con l’energia scaturisce ogni movimento e si creano le sospensioni‚ le cadute‚ le risalite‚ le scivolate... la respirazione‚ unita alla percezione del battito cardiaco sono il punto di partenza di ogni atto e movimento... l’ ascolto di sé‚ senza pensieri‚ porta ad avere una presenza organica... da questo stato si può iniziare il gioco e‚ pur rispettandone le regole‚ permettere all’intuizione e all’inconscio di creare.
Guidare: una volta acquisita una partitura di movimenti all’interno di un contesto (spazio‚ musica‚ luogo‚ circostanza‚ relazioni...) inizia il lavoro di approfondimento‚ passando attraverso diverse possibilità e variazioni‚ come in un sistema solare dove le varianti sono infinite‚ ci si sorprende‚ si indaga‚ si stravolge‚ si rimane nelle regole che possono comunque mutare‚ finché l’invisibile affiora... forse.”
Giorgio Rossi
In questo laboratorio di Teatro poetico del movimento l’ironia del gesto è l’obbiettivo principale.​ È importante avere una visione autonoma del movimento e della scrittura nello spazio ,indipendentemente dal tipo di teatro o di danza che si pratica. Mio compito sarà aiutare la capacità di riconoscere il proprio modo di agire e di relazionarsi con gli altri. Questo malgrado se stessi e le tendenziali abitudini di apprendimento che spesso sono : “Mi dici che devo fare e tento di farlo “ Ovviamente con devozione , facendo fatica e spesso senza altri mezzi per apprenderlo se non la costante ripetizione e memorizzazione del gesto o azione richiesta. A mio avviso tutto questo ha un approccio tendenzialmente mentale, per questo intendo che la mente dice al corpo cosa deve fare, in modo impositivo, lasciando alla volontà razionale di gestire il tutto, portando ad una forzatura delle membra. Dando come risultato una azione non credibile , scomposta e che traduce la non organicità. Al contrario cerco di portare semplicemente nelle azioni teatrali danzanti , una continua adesione alla nostra quotidianità esperienziale, dove i sensi sono sempre attivi e connessi al tutto, in un consenso responsabile dove la coscienza intuitiva ed istintiva, ispirata dal cuore, porta l’interprete ad essere dominante e capace di gestire nelle proprie possibilità l’atto da compiere, assimilando le varie proposte con il proprio corpo, rimanendo sempre consapevole e in definitiva tendenzialmente capace piano piano di auto correggersi e crescere nello studio del movimento .
Carolyn Carlson la chiamava: LA CAPACITÀ DI ASCOLTARE CIÒ CHE STA LONTANO LONTANO NELLA MEMORIA (intesa come corpo che malgrado se ricorda e agisce sempre attraverso il proprio sentire , IN ASCOLTO E ATTENZIONE SENSUALE ). In un qualche modo lasciare uscire le proprie origini sia cultuali , che educative e della propria storia in tutti i sensi e livelli, aprendo il campo della riconoscenza del se nelle azioni teatrali e danzanti, diventando testimone del proprio divenire nel tempo scenico e azione fisica nello spazio .
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PER ISCRIZIONE
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per info: 3498675103
costo: 120 euro + 5 euro tessera